Siamo sostanzialmente allibiti dalla circolare della diocesi di Milano, che vorrebbe trasformare gli insegnanti di religione in improvvisati detective per smascherare le scuole “pro gay”. La scusa sarebbe che è in atto da tempo “una vasta campagna tesa a delegittimare la differenza sessuale affermando un’idea di libertà che abilita a scegliere indifferentemente il proprio genere e il proprio orientamento sessuale”.
Alcuni prelati, non conoscono il nostro mondo o fanno finta di non conoscerlo. Lo diciamo, senza offesa, con il rispetto che dobbiamo alle oltre 3.000.000 milioni di persone LGBTIQ censite dall’ISTAT, che non hanno mai scelto nulla e non hanno mai pensato di convertire nessuno, ma hanno semmai subito, loro si, una “vasta campagna” che esiste da secoli volta a rappresentarli come esseri inferiori. Non esistono scuole “pro gay”, nè tantomeno programmi volti ad imporre un nuovo e unico “modello umano”,
Esistono scuole, invece, dove si sono messi in pratica progetti educativi utili a tutta la comunità studentesca, visto che l‘omofobia è un focolaio di bullismo che colpisce anche gli eterosessuali. Progetti che, per altro, rientrano nella strategia nazionale dell’UNAR e con i quali si sta provvedendo ad informare gli studenti delle differenze insegnando loro a rispettarle.
Altro che “delegittimare la differenza sessuale” quindi: ANDDOS e tutte le associazioni attive nell’ambito dell’educazione, hanno l’obiettivo di liberare tutte le differenze, dando voce e dignità a chi viene additato come “sbagliato”. L’unica scelta in gioco, è quella di vivere più o meno liberamente ciò che si è. Noi speriamo che presto questa non sia più una scelta, ma qualcosa di naturale e spontaneo.
Mario Marco Canale,
Presidente Nazionale ANDDOS
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